Capitolo secondo
L’indomani, dopo che Florance
ebbe terminato il suo turno di lavoro, si reca a casa di madame Lia, dove
ovviamente ad attenderla, c’era lei(la grande
padrona) e suo marito Ciccio.
Per l’occasione,madame aveva preparato un bel pranzetto a base di
cibi afrodisiaci, il tutto condito da dell’ottimo brachetto.
Madame Lia, indossava, un vestito lungo nero, un paio di stivaloni a
mezza coscia e, da sotto un body in pelle nera, mentre Florance, era vestita,
con un paio di jeans vita bassa(le si vedeva tutto l’ombelico), e una maglietta decolté nera( le si vedeva il canaletto delle
tette).
Ciccio, era un tipo sulla sessantina, alto all’incirca un metro e sessanta, capelli grigi brizzolati,
e un arnese abbastanza grosso, che si rizzava, solo quando vedeva la moglie
sottomettere le ragazze e, ovviamente anche i ragazzi.
Dopo che ebbero finito di pranzare, i tre, si recarono nella cosiddetta
camera rossa del peccato e delle torture, dove madame Lia, sottometteva le sue”vittime”, ovviamente
consenzienti(vi è da dire, che madame e suo marito, abitavano in una sontuosa
villa alla periferia della città, dotata di piscina, con quattro camere da
letto, di cui una adibita a camera delle perdizioni, e delle torture, dove
Madame e suo marito, davano libero sfogo alle loro perversioni e depravazioni
estreme).
Nella camera rossa delle torture, vi era, oltre al normale lettone, un
catafalco, ricoperto di un panno di velluto nero ricamato in oro, con un
cuscino di egual colore, dove la sottomessa, veniva fatta distendere a pancia
in giù, con il deretano rivolto verso il soffitto e le mani ammanettate.
In quella posizione, la sottomessa, viene sottoposta, alla pratica molto
dolorosa, per chi la subisce dello scioglimento della cera bollente delle
candele sulle chiappe ed anche in mezzo alle natiche; una trave di legno, posta
all’altezza del soffitto, dove la
sottomessa, viene, prima legata a mo di Karadà
e poi, fatta salire sulla sedia ed appesa legando le mani al sostegno
stesso, ed infine frustata.
Quando i tre, entrarono in camera, madame Lia, con voce autoritaria,
ordina al marito di denudarsi e di sedersi sulla poltrona.
Madame Lia: spogliati!, sporco guardone! E guarda, come , la tua
mogliettina, riduce in schiavitù questa ragazza!
Ciccio: oh!, madame!, questa ragazza, è una ragazza diversa dalle altre,
sta facendo eccitare anche me!, pensa che sto già sborrando nei pantaloni!,
solitamente, non mi succede mai!
Madame Lia: visto!, Florance!, piaci pure a mio marito!
Adesso, molto lentamente!, toglimi il vestito, poi inginocchiati!, bacia
la punta degli stivaloni, e lentamente, me li sfili!
Florance: come comandate, oh! mia padrona!
Madame Lia: e tu!, porco voyeur!, fammi vedere come ti spogli!,
Florance!, adesso, spogliati pure tu! e distenditi sul catafalco!
Florance, si denudò, madame Lia le mise una benda agli occhi, si distese
sul catafalco, con il deretano rivolto verso il soffitto(come da rito), madame,
ordina al marito di accendere le candele di colore rosso, simboleggianti la
passione e l’amore!
Madame Lia: adesso, Florance!, che ti sei distesa sul catafalco!, voglio
vedere, fino a che punto, riesci a soffrire, ti scioglierò la cera delle
candele rosse, che sono il simbolo della passione, del fuoco e dell’amore!
Florance: eccomi alla vostra mercé, madame!, io dipendo totalmente da
voi! Fate di me ciò che volete!
Madame Lia, sciolse la cera sulle chiappe della ragazza!, facendola
urlare di dolore e nello stesso tempo
godere!
Florance: ahhhh!!!!, ahhhh!!!, godo come una lurida zoccola!, madame!
Madame Lia: si!, si! Schiava!, voglio vederti soffrire e godere!, io sto
godendo come una lurida puttana maitresse!!
e, intanto, il marito, era seduto alla poltrona, che si stava menando
una sega di santa ragione, e invitava le due troie, a continuare.
Ciccio: si!, si!, continuate, troie bagasce!, fatemi vedere come
godete!, che io, sto godendo come un lurido maiale!, si!, si!
Madame Lia: adesso, caro Ciccio, ti mostro un bello spettacolino;
Florance, adesso dovrei legarti alla trave e fustigarti a dovere!, tu, oltre a
essere la mia dipendente, sei la mia schiava!, la mia sguattera!, poi ti
prometto che mi sottometterò io a te!
Florance: come desiderate!, madame!
Madame Lia e il marito, la legarono con una corda alla trave, tutta
nuda!, aveva solo le autoreggenti e madame Lia, iniziò a fustigare, mentre,
Ciccio, raggiungeva il primo orgasmo.
Ciccio: continua!, continua!, che sto sborrando, ohh!, falla soffrire a
quella lurida cagna!!, sii, umm!!, sborrroooo!!!
Ohh!!, che sborrata!!
Madame Lia, si mise a pecora, e ordinò, supplicando alla ragazza di
frustarla.
Oh!, Florance !, frustami, ti prego!
Dopo che si ebbe fatta fustigare, ordinò a Florance di distendersi sul
lettone, con le cosce oscenamente aperte e tutta quella fregna semi rasata, in
bella vista, madame, s’inginocchiò,
salendo sul letto, con il capo vicino alla vulva della ragazza, tirò fuori la
lingua, e la iniziò a leccare solennemente, mentre Ciccio, guardava,
maneggiando il suo arnese, per farlo ridiventare di nuovo duro.
Florance: ohh!1, madame!!, leccate!, leccate!, sto sbrodandoo!!, ahh!!, sii, che bello!!, sii ahhhhhh!!
È stato sublime!, madame!!
Ciccio: un momento, Lia, vorrei chiavarmela un po’ nel culo!, cosi finisco di godere!
Florance: come preferite!, ecco , il mio deretano! A vostra
disposizione!
Florance, si mise a novanta gradi e Ciccio, gli ficcò tutto il suo
stantuffo nel retto
Florance: ahhh!1, sii!!, non vi nascondo, che avverto un po’ di dolore!, ma adesso, mi piace!1, mi piace!!, mi
piaceeeee!!!
Ciccio: oh!!, godi, “piccola” troietta!, che sborro!1, si !!!!!, sborroooo!!!!, e
monsieur Ciccio, inondò tutte le chiappe di Florance della sua calda sborra!
Madame Lia:sei soddisfatto, cornuto?
Una chiavata cosi, non la facevo da almeno vent’anni!
Fine
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